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martedì 18 novembre 2014

Music legends #3 Black Sabbath (Parte 3)




Il successivo lavoro, "The mob rules" ottenne un un successo più che discreto, in questo album possiamo apprezzare delle sonorità più dure, nonostante la tonante e melodica voce di Dio, tale disco fu spesso soggetto a critiche a causa di un presunto messaggio subliminale, si dice che in basso nell'immagine si possa leggere KILL OZZY cioè uccidi Ozzy (riferito ovviamente all'ex cantante della band) ma ciò fu in seguito smentito.

Nell'agosto del 1983, esce "Born again", album che ricalca in modo ulteriore le atmosfere oscure che permeano la discografia dei Sabbath, i riferimenti alla rinascita dopo la morte, alla mummificazione, alla putrefazione, e al dissacrante, sono molto più marcati ed inquietanti, anche se il mantenimento dello stile riesce comunque ad essere reso alla perfezione nonostante il momentaneo cambio di vocalist con l'ingresso di Ian Gillan.

3 anni dopo quest'ultima pubblicazione esce "Seventh star album" che vede l'ingresso di Glenn Huges alla voce; rispetto ai precedenti ha riscosso meno successo causa anche i momentanei cambi di vocalist tra il 1983 e il 1986.

Nel 1987 la band da il benvenuto a colui che sarà uno dei più longevi vocalist della band, Tony Martin, cantante scelto dopo i disguidi ed i cambi di formazione nel periodo di Dio, ciò nonostante la voce di Martin è molto simile a quella di Ronnie J. Dio, cosa che nelle successive pubblicazioni dell'era Martin fu molto apprezzata dai fan.

Il tredicesimo album prodotto fu "The eternal idol" uscito nel 1987, La band presenta il suo ennesimo cambio di componenti: al basso Bob Daisley, uscito dal gruppo, ritorna inoltre, in veste di percussionista, Bev Bevan, che aveva suonato la batteria nel 1983 durante il tour dell'album Born Again. Inizialmente, il materiale conteneva parti cantante da Ray Gillen ma dopo la sua dipartita vennero re-incise con Martin (anche se esistono versioni molto rare con Gillen alla voce). Questo album presenta dei richiami ai primi periodi del gruppo, per la presenza di atmosfere sulfuree , conservando comunque il sound adottato in quel momento. Rispetto al precedente Seventh Star, questo album venne accolto meglio e vide una certa ripresa, anche se i risultati di vendita non si rivelarono dei più ottimali. La copertina raffigura una scultura di Auguste Rodin chiamata The Eternal Idol, come il disco in questione. Nonostante abbia suonato Daisley le parti di basso, tra i crediti compare Dave Spitz.




CONTINUA NELLA PARTE 4, STIGMATA93

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